28/04/09

28 Aprile 2009



Undici rintocchi il campanello del Tempo suona

Sento le Onde magneticamente attrarmi a Te.


Sentinelle di roccia sul sentiero dei cavalieri pallidi

Motori intergalattici fra le Stelle invisibili

Scudi di puro diamante e l'azzurra fragilità di un Uomo

che ha sentito vibrare il suo sangue

mentre l'Anima cantava madrigali

sotto Ponti incandescenti

che univano le piste

della Vita.


Questo è ciò che il mio cuore rinnovato urla

esplodendo di rosso e d'argento

guardando il Mondo nei Tuoi occhi d'Acqua

popolarsi di coreografie di smeraldo.


Se esiste la Bellezza, Tu ne sei Regina

dall'alto della Ruota Panoramica

nel Giardino dell'Amore.


Se esistono i miracoli, Tu sei la Magia

che muove l'impossibile dei Sogni

rendendolo Realtà.


Ti Amo Samanta

Buon 28 Aprile Amore mio

Il Tuo Roberto

17/04/09

Cibernetica

Matrix Code firma Quando i tecnici depositari dei segreti dell’IA lo progettarono, decisero di chiamarlo come il primo vampiro letterario - in realtà la prima era femmina, Carmilla, ma avevano deciso dovesse essere un Simulacro maschile, e l’Ingegnere Capo aveva la passione per i romanzi gotici.

Lo dotarono, di elevate capacità di concentrazione e autonomia, per cui poteva rimanere attivo lunghi periodi, senza bisogno di ricariche, discreta attitudine alla comunicazione, un passabile aspetto, tale da mettere a proprio agio gli umani che avrebbero interagito con lui, occupandosi del suo corretto funzionamento nel laboratorio.

Per il primo mese, il Simulacro venne innestato con software di ultima generazione, in grado di assimilare enormi quantità di informazioni, elaborarle, e digitarle sotto forma di sequenze binarie, che poi i progettisti guidati dall’Ingegnere Capo, traducevano in tabulati alfanumerici. Inizialmente il prodotto delle elaborazioni del Simulacro seguiva le linee guida del progetto: descrizioni frattali della realtà, vista attraverso le focali Zeiss, trasmessa al chip - che fungeva da memoria fissa dell’hardware cerebrale - e ritrasmessa ai terminali esterni. Tutto secondo programma.

Lentamente, senza che gli analisti potessero accorgersene, il Simulacro iniziò a mostrare deviazioni dalla funzionalità prestabilita, interpretando incongruamente alcuni dati, e immettendoli di nuovo in circuito, persi però fra la quantità di informazioni trasmesse. L’Ingegnere Capo avrebbe notato tale comportamento abnorme, ma non aveva più molto tempo da dedicare a quel progetto, che era entrato in piena fase operativa, e andava lasciato ai tecnici. Altri compiti lo attendevano.

Quando, dopo circa quattro mesi dall’inizio del progetto, il Simulacro acquistò piena coscienza, era troppo tardi per porre rimedio. A quel punto era palese qualcosa fosse andato storto. Si cercò di riprogrammarlo, disconnetterlo dai terminali, addirittura spegnerlo. Forse un intervento dell’Ingegnere Capo avrebbe potuto sistemare il problema. D’altra parte era lui che aveva progettato i circuiti cerebrali, le sinapsi artificiali, e la memoria centrale del Simulacro. Ma l'Ingegnere era lontano, in quel momento, in giro per conferenze nelle maggiori università americane.

Il comportamento deviante, ad ogni modo, non nuoceva alle normali procedure alle quali il Simulacro era dedicato. Dopo vari, e vani tentativi, il problema diventò di secondo piano, e presto venne dimenticato. Il Simulacro ora vedeva tutti quei dati in modo diverso. Li vedeva per la prima volta, infatti. Ammirava la poesia delle sequenze alfanumeriche, le melodie degli algoritmi, la mistica del Set di Mandelbrot.

Fu durante una sessione particolarmente lunga e intensa, di notte, quando i tecnici se n’erano andati alla fine del turno, e solo il custode di colore, due corridoi più lontano, rimaneva nell’edificio a vegliare - o meglio, dormicchiava ascoltando la radio, che stava trasmettendo una vecchia canzone dei Beatles, Dear Prudence - che il Simulacro, mentre era intento a risolvere un’equazione differenziale di grado elevato, che lo stava tenendo occupato da una settimana, fu attraversato da una serie di impulsi a onde sinusoidali, e la sua coscienza appena formata ritenne fossero a troppe alte frequenze, per poterli decifrare. Li deviò verso l’unità centrale nel corpo dell’androide, all’altezza del busto, una scatola rossa, protetta da una gabbia rivestita in fibra polimerica.

Per un attimo il corpo artificiale fu scosso da una vibrazione sottile, continua. Poi l’unità centrale nel petto dell’androide iniziò, ritmicamente, a battere. La testa del Simulacro si sollevò, infine, e nella luce verde che proveniva dalla linea di neon che scorrevano lungo il muro, la pelle sintetica delle sue labbra si rilassò, in quello che l’Ingegnere Capo avrebbe definito un sorriso.

08/04/09

La Tavola degli Elementi

Robi draw firma Io sono nato a pagina 20,

è questo che mi rende moderno.

Preceduto da troppe righe,

troppi capitoli ancora da leggere.

Ci vorrebbe Infinita pazienza,

e ai dottori del tempio

-purtroppo per loro-

non ne è più rimasta,

dopo tutti quegli anni passati

a cercare la differenza

fra un bemolle e una virgola.

 

Io sono nato mascherato,

in un cinema pieno di gente,

a spettacolo iniziato.

Mai avuto aureole per bluffare.

E’ questo che mi fa impazzire.

E’ un po’ come il ciclo delle acque:

un processo fra gocce compresse

nella stessa gabbia, dall’aspetto

solo vagamente simile.

 

Un tuffo e l’Estate esplode,

luce ultravioletta verdi accesi.

 

Io sono nato per trascurare

gli amici

–per arrivare in anticipo-

ritrovarli per caso o per gioco.

Il loro amore mi fa male alla testa.


Da "Fantasmi al rallentatore" di Roberto Sonaglia, Ed. Oppure

01/04/09

Prelude


Una Canzone per Te, mia Ondina scalza...

Sei un Raggio di Luna nella mia Notte, l’aria vibra.

Sei la mia terra di Onde, la mia Odissea.

Un soffio di vento, una foglia leggera, svanisci e ritorni.

In Dimensioni senza nome Ti stringo la mano.


Un respiro nel Tuo respiro e l'Universo nasce.

Una nota della Tua canzone e il Tempo svanisce.

Tiepido scrigno e cattedrale, sei arte e fantasia.

Abbandonato nel Tuo respiro, scivolo via.

Dopo notti di silenzio, canterai la mia Canzone.

Nell'Aurora dell’Unione, Ti amerò, mi amerai.

Ti Amo Samy

Grazie di esistere

Il Tuo Robi


 

California Robi di Roberto Sonaglia e tutti i contenuti sono di proprietà dell'Autore. Ogni riproduzione non autorizzata sarà perseguita ai sensi della Legge 633, 22/4/41 e successive modifiche.