26/10/09

Ali d’Acqua II

Water Wings 03

“Se tutti avessero un Oceano..."

- La senti quella musica, Gracelyn?
- La sento, Gabriel.
- Viene da laggiù, da qualche parte della città, o forse...
- Viene dall'Oceano, e la città la riflette, come se ogni nota fosse un’onda, ogni pausa un contrappunto, ogni...
Grace sorrise, sollevando lo sguardo verso il cielo sopra il cielo, oltre l’atmosfera azzurrina che delimitava lo spazio della spiaggia bianca che era una nuvola, ma allo stesso tempo uno scoglio. Si fece più vicina all’Arcangelo, appoggiando la testa sulle spalle di lui. Gabe seguiva la melodia mormorandola con un filo di voce, mentre batteva leggermente il ritmo sulle labbra con le dita.
- ...ogni strofa un poema ancora da scrivere - concluse Gabriel.
L’Ondina sorrise ancora, stringendosi a lui sul divano rosso, sospeso sulla bianca superficie del nembo - Si, è così che la sento cantare, fra l’Oceano e la Terra, le onde e le case.
- Canta della fine della scuola, del tempo che si ferma e i giorni diventano infiniti, e assi da surf, e cittadelle nel cielo...
- Canta dell’inizio dell’estate, del tempo che regala un secondo per ogni ora che passa, e risate sottomarine che diventano energia...
- Giù in città è iniziata, Gracelyn. Non ho più dubbi.
- Anche negli Oceani. Come avevano profetizzato i Padri.
- Come disse il Capo... - Gabe sollevò il pollice e lo sguardo in alto.
Grace ridacchiò, con la sua voce verde smeraldo intonata col sorriso che le illuminava lo sguardo -Avremo il nostro daffare, penso.
- Già. Ma il mondo sopravviverà, alla fine, no?
- Lo ha sempre fatto, amore - rispose l’Ondina scalza, chiudendo gli occhi e iniziando a canticchiare quella canzone dei Beach Boys.

Sopra l'Oceano

Quando vide Gabe per la prima volta, in un piccolo, ma accogliente diner sulla Pacific Coast Hwy, fra L.A. E Frisco, Grace pensò fosse un tipo strambo, di quelli che se ne stanno per i fatti loro, e non sorridono molto. Ma che, comunque, avesse qualcosa di interessante da raccontare, a chi con pazienza l'avesse ascoltato.
Aveva subito notato la Nikon sul tavolo, poggiata distrattamente accanto a un taccuino e al pacchetto di rosse, e pensò quel tipo dall'espressione seria, che quasi intimoriva, perché chissà a quali pensieri sovrastava, fosse un reporter, un giornalista, qualcosa del genere. Ne incontrava continuamente, per lavoro, e lui aveva qualcosa che le rammentava un indagatore dei sottosistemi del reale -un'espressione che le era sempre piaciuta, da quando le era venuta in mente, durante una riunione con alcuni esponenti di Greenpeace, e usava spesso, quando rifletteva tra sé sulle meccaniche, talvolta assurde per lei, del mondo di superficie.
Passando accanto al tavolo dove l'uomo sedeva, intento a bere il suo caffè, Grace vide che, vicino alla reflex, e al pacchetto di sigarette, c'erano delle foto, che raffiguravano luoghi a lei familiari. Viveva ormai da tanto tempo a L.A. Che non poteva non riconoscere, per esempio, Sunset Blvd., Glendale, Burbank. Incuriosita si fermò accanto al tavolino del reporter, e gli chiese se le avesse fatte lui, quelle foto.
Gabe rispose di si.

A questo pensava, mentre, comodamente allungata sulla poltroncina di prima classe del volo Los Angeles-Sidney, i piedi liberati dalla scomoda tortura delle costose scarpe di pelle, ascoltava in cuffia una selezione musicale di Rock FM, piacevole e non intrusiva. Non era un vezzo da grande manager, quello di viaggiare sempre nella maniera più confortevole possibile. La sua natura marina lo richiedeva, e durante i viaggi elaborava le strategie più efficaci per dare il proprio contributo, attraverso l'operato della Star-Shaped Seashell org., la società che dirigeva, per il miglioramento della qualità della vita di un pianeta minacciato da troppi disequilibri. E comunque pagava di tasca propria tutti i numerosi spostamenti che la carica (e la sua missione) richiedeva.
Mentre l'aereo si avvicinava all'Australia, sorvolando quell'Oceano Pacifico che era la sua casa, e dove, nelle profondità, abitava il suo popolo, Grace pensò alla crisi che - come aveva confermato Gabriel - era iniziata. Avrebbe coinvolto mare e terra, e probabilmente anche il cielo. Ma era sicura, e la convinzione veniva rafforzata dalla sicurezza con cui Gabe le aveva parlato, poche ore prima, sedendo accanto a lei, e abbracciandola, sulla loro nuvola che somigliava a uno scoglio, che un Angelo e un'Ondina, e tutte le forze della Luce, avrebbero protetto il pianeta dalle spire multidimensionali del Kraken, e delle sue legioni di incubi dilaganti.

1 commento:

  1. La storia entra nel vivo. Gabe e Grace, cominciano a chiedersi cosa gli aspetta, chi o cosa dovranno affrontare per la missione che gli è stata assegnata, la prima in cui collaborano. Se il Capo li ha messi insieme, anche per la missione, oltre che per la Vita, si tratta di una cosa grave, che minaccia la distruzione del mondo, forse per la prima volta veramente, e questo loro lo sanno.
    Sulla loro nuvola-scoglio si abbracciano, e cercano di vivere i pochi momenti che passano insieme il più serenamente possibile, senza però perdere di vista il loro dovere di supereroi...

    Ti Amo
    Samy

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