10/12/09

Ali d’Acqua VII

Water Wings 8

Il Leviatano

Dopo aver scattato le ultime foto, Gabriel si allontanò dalla scena del disastro, diretto all’auto. Mentre riponeva l’attrezzatura, rifletté sul senso di quello che aveva visto: la prima, palese manifestazione del potere del Leviatano, talmente palese, pensò, da non potere essere fraintesa. Era un messaggio, chiaro, limpido e a tutto volume, diretto a lui, e attraverso lui, ai Piani Alti. Diceva, in sostanza: “eccomi, sono sveglio, e sono qui. A voi la prossima mossa!”, seguito da una risata sinistra che Gabe poteva sentire chiaramente risuonare fra i pezzi di carne maciullata, e i brandelli di edifici rimasti, dopo il passaggio del Mostro.
Da quando aveva accettato la sua missione terrena, ne aveva viste di scene da far rivoltare lo stomaco: attentati, massacri seriali, incidenti di colossali proporzioni, ma in quello che si era appena lasciato alle spalle c’era una pianificazione, una malvagità talmente sottile, che anche un Arcangelo poteva, per un momento, sentire il bisogno di appoggiarsi a una parete, e chiudere gli occhi, in attesa che il senso di nausea passasse.
Doveva a questo punto rendersi conto in maniera più precisa, di quanto la minaccia del Leviatano fosse prossima al suo pieno manifestarsi, e quanto il Leviatano stesso fosse vicino.
Chiuse la portiera dell’auto e, a piedi, si diresse verso un vicolo abbastanza stretto, scuro e appartato, perché potesse dispiegare i suoi poteri senza che sguardi indiscreti spiassero le sue mosse. Con un ultima occhiata intorno, richiamò a sé la Luce delle Sfere.
Lentamente una luminosità diafana lo circondò, localizzandosi dietro le sue spalle, e rimanendo in sospensione, come una nebbia vagamente fluorescente, che formava un vago disegno di ali. L’ombra di quelle a cui, accettando la missione, e l’amore di Gracelyn, aveva rinunciato, allo stesso modo in cui l’Ondina, contraccambiando quell’amore, si era metamorfizzata in una creatura con due gambe, al posto della pinna caudale.
Una volta che la luminescenza rimase stabile, dietro le sue spalle, Gabriel si alzò in volo, raggiungendo in breve un’altezza sufficiente per vedere, sotto di sé, tutta San Francisco.
Nel suo cielo, a poche centinaia di metri dalle nuvole, Gabe si sentiva a casa, pienamente conscio che quella consapevolezza proveniva da molto più alto, dalla Grazia che scorreva per sempre nelle sue vene, ed era un suo retaggio naturale, e anche se non avrebbe più ammirato la Luce di Dio direttamente dai Suoi occhi, lo sguardo di Grace compensava totalmente, con le sue verdi scintille di pura emozione, quella perdita.
Gabriel sorrise, anche quegli occhi erano casa sua, ormai, la casa più bella avesse mai avuto.
Ma l’amore doveva aspettare, ora. C’era una questione da prendere in considerazione, coinvolgente il destino del Pianeta che era stato chiamato a proteggere.
Abbassò lo sguardo verso quel reticolo di linee intersecate color grigio chiaro, con chiazze bianche, verdi e azzurre, che era San Francisco vista da 5.000 metri d’altezza, in verticale. I suoi occhi riuscivano a scorgere il movimento brulicante di mezzi meccanici e organismi biologici che riempiva le strade. Da lassù poteva sembrare una simulazione virtuale di un mondo, qualcosa che ancora non era stato attuato, se non nella mente di un creatore un po’ folle -uno che amava il caos, ma aveva un disegno preciso verso cui convogliare l’Entropia - il che non era poi molto distante dal vero.
Queste considerazioni occuparono la mente dell’Arcangelo per lunghi istanti, e Gabriel si meravigliava sempre di quanto, pur perfettamente congegnato, quel mondo era dotato di un libero arbitrio, talvolta utilizzato in maniera obliqua, ma pur sempre il dono più grande che ogni struttura dell’universo potesse ricevere. Molti dei settanta pianeti del multiverso erano governati dalla fredda causalità, o dalla stasi.
Interrompendo il flusso dei pensieri, Gabriel si concentrò per vedere oltre l’apparenza, spogliando il panorama cittadino che si stendeva sotto di lui dagli orpelli superficiali. Nei fumetti potevano chiamare questa capacità “vista a raggi X”, o qualcosa di altrettanto pittoresco, ma non era così che funzionava. In realtà, la vista di Gabriel penetrava dentro la struttura stessa della materia, riuscendo a mettere a nudo qualunque cosa stesse disconnettendone il tessuto.
E quella cosa, nella fattispecie, era il Leviatano.

Si stendeva sotto la città, coi suoi tentacoli proteiformi, continuamente cangianti, pieni di bolle d’antimateria pronte ad essere convogliate nella realtà sovrastante, asportandola completamente, com’era appena successo, e nel modo che le foto che aveva scattato avrebbero reso ancor più sinistramente chiaro, una volta sviluppate.
Sembrava dormire, il Mostro, ma Gabriel sapeva che non era così. Piuttosto attendeva un segnale, qualcosa che gli desse il via, e lo incitasse a liberare ancora il suo potere distruttivo contro quella città, quel pianeta. Un fulgore bianco scintillò per un attimo nella mano destra dell’Arcangelo, prontamente spento con un piccolo sforzo di volontà da Gabe. Non era il momento per far brillare la Spada di Luce. Quel tempo sarebbe venuto, ma non ora, non ancora.
Il Leviatano era perfettamente immobile, e Gabriel ne ammirava, in qualche modo affascinato, la perfetta simmetria non euclidea dei tentacoli, della testa allungata e terminante a punta, coi tre occhi chiusi da palpebre seriche e umide, di colore giallastro. Pensava a come sarebbe stato facile, ora, piombare giù in picchiata, attraversare il reticolo della realtà dove il Mostro si era innestato, e colpirlo nel terzo occhio con un colpo perfetto della sua spada divina. Ma non era il momento, e anzi, quello rischiava di rovinare tutto, perché i poteri antimaterici del Leviatano sarebbero stati trasferiti al Kraken, con effetti devastanti.
Fu proprio in quel momento che percepì uno strappo nel legame telepatico che costantemente lo teneva in empatia con Gracelyn. Come se... Gabriel scartò quell’ipotesi, più per l’orrore insito nella possibilità che per reale convinzione. L’Ondina non poteva essere... non era possibile che... per lunghi istanti i pensieri dell’Arcangelo innamorato vagarono, privi di coordinate, mentre la brillantezza delle ali diventava più forte, e a tratti la Luce divina lampeggiava nel suo palmo, quasi fuori controllo.
Finché, con un sospiro di sollievo, accolse il ritorno del segnale empatico, che ronzò come il canto di un’allodola nella sua mente. Grace era viva, grazie al Capo!
Ma qualcosa doveva esserle successo, in quei brevi momenti, probabilmente aveva perso i suoi poteri telepatici, e la causa poteva essere una sola: l’Ondina si era trovata a tu per tu col Kraken.
Dovevano parlare. E subito anche. Non aveva finito il pensiero, che udì il familiare richiamo di Gracelyn, simile a un canto, che preannunciava un incontro alla Spiaggia Bianca, dove lei lo stava già aspettando, e dove lui, chiudendo gli occhi, e aprendo il varco dimensionale, si diresse, senza perdere un solo istante.

2 commenti:

  1. mi sembra di ricordare qualcosina..Grace ke lotta sola con il kraken..poi,protetta da una grande bolla..la quale diventa sempre + fragile..il kraken ke la guarda con il suo okkio diabolico, ma lei, x fortuna, riesce a kiedere aiuto al suo Angelo...qualcosa di simile:mmm vabbè my friend:))) sei sempre il migliore a raccontare storie e leggende....(dopo della Sirenella ovvio;-)....) ahhahaahahha noooo 2 in 1..quindi siete sulla stessa nuvola:)))..ciao e felice weekend:staff

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  2. La Storia entra nel vivo: ecco arrivare i primi 'approcci' col Leviatano anche per Gabriel. Non è tempo di pensare all'Amore, quando un Mostro del genere si insidia sotto il Mondo, cercando di farlo cadere a pezzi. Si deve trovare il modo migliore per distruggerlo, perchè se il Leviatano cominciasse a mangiare il Mondo, anche l'Empatia tra l'Angelo e la sua Ondina sparirebbe, tutto sparirebbe. Soprattutto se nello stesso momento in cui il Leviatano entra in scena, il Kraken lo segue a ruota. Chissà se quel costante contatto telepatico tra Gabe e Grace si fosse staccato per sempre, cosa avrebbe fatto, il nostro Eroe... avrebbe combattuto lo stesso il Leviatano, oppure avrebbe lasciato la Missione in mano di un altro Arcangelo? Per fortuna non è successo, l'Empatia è tornata... altrimenti questa Storia non sarebbe stata più la stessa, con un Altro protagonista, e sarebbe stato orribile pensare, che i due Mostri, in qualche modo, l'avrebbero avuta vinta... ;)

    Ti Amo
    Samy


    ps. Alice ma non scherziano dai... Lui è sempre il Maestro! :P ;)

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