13/01/10

Ali d’Acqua X – Parte Seconda

Water Wings XIIa

 

La Fine del Domani? 

Parte Seconda: l’ultima onda

Devereaux capì subito che la situazione era giunta al punto di non ritorno. Non aveva mai visto Grace così tesa, e preoccupata. In realtà non l’aveva mai vista preoccupata, al punto che a volte pensava fosse una specie di androide, come quelli dei racconti di Asimov, o i simulacri di Dick, personaggi che riflettevano l’emozionalità attraverso calcoli binari. Naturalmente non era consapevole che quello schermo di saldo autocontrollo era mantenuto in piedi dai poteri atlantidei dell’Ondina, una barriera che doveva proteggere la sua natura oceanica.
- Dovremo mettere in moto tutta la struttura - disse, dando un’ultima occhiata ai grafici di rilevazione che Grace aveva tratto dalle registrazioni effettuate in mare aperto, durante il suo primo incontro col Kraken - e non sarà una cosa possibile in tempi brevi.
- Dovrà esserlo - intervenne la ragazza - perché se i calcoli sono esatti, questa anomalia raggiungerà piena potenza entro due giorni.
Devereaux si grattò il mento, un gesto abituale, che denotava un momento di dubbio. Poi si lisciò indietro il ciuffo di capelli brizzolati.
- Che cosa c’è laggiù, Grace? Da come ne parli sembra quasi un... démone... ne cest pas?
Grace lo fisso per lunghi istanti, senza rispondere. Poi batté l’indice sui tabulati, sparsi sulla superficie della scrivania.
- Inizia a metterti in contatto con ogni cellula dell’organizzazione, e quando le hai contattate tutte, passa ad avvertire gli altri, senza dimenticarne nessuno. Non sappiamo dove l’anomalia colpirà la prossima volta, ma ti assicuro che sarà un disastro. Cerchiamo almeno di limitare i danni.
Devereaux annuì, tornando a grattarsi il mento, mentre Gacelyn usciva dalla stanza, con passi veloci e nervosi.

- Tu sei pazza! Non ti è ancora bastato?
Chuck era visibilmente agitato, e non lo nascondeva, gesticolando in direzione di Grace, con la concitazione di un ragazzino che sa di aver ragione, ma non trova credito presso l’interlocutore.
- Vuoi tornare laggiù, da sola?
- Non da sola, Chuck, con te - rispose l’Ondina, sorridendo. Era seduta su una comoda poltrona di pelle color cobalto, le gambe accavallate, fasciate in pantaloni neri attillati.
- Mi pare l’ultima volta non sia servito a molto, se non quasi a rimetterci la pinna, Grace!
- Non ho più la pinna da un pezzo, Chuck, e non temere, so quello che faccio.
Chuck si piazzò di fronte a lei, con le mani sui fianchi, -Come sempre, certo. Ma almeno hai avvertito Gabriel?
Gracelyn aggrottò le sopracciglia – No - disse. Da qualche ora non riusciva a stabilire un contatto telepatico col suo Arcangelo, e questo contribuiva ad aumentare la sua preoccupazione. La terrorizzava, a dirla tutta - Ma anche Gabriel sa il fatto suo. Prepara la barca, Chuck, fra un’ora partiamo.
L’aborigeno sollevò gli occhi al cielo, ma non disse nulla.

Nessuna strategia era servita, nessuna mossa o contromisura, per non parlare dei suoi poteri, che parevano inutili contro il Kraken.
Grace aveva tentato un attacco psicocinetico, come la prima volta, ma non era riuscita a penetrare l’aura nera di glaciale assenza emotiva del Mostro. Non era nemmeno sicura il Kraken avesse una coscienza, addirittura un cervello, dentro il quale introdursi con i poteri mentali.
Aveva quindi pensato di sfruttare la sua forza, e il controllo dell’elemento marino, creando onde d’urto o, ruotando su se stessa, dando origine a vortici che muovevano tonnellate di acqua, lanciandole contro la massa scura del Kraken, ma senza sortire effetto.
La cosa più inquietante era la totale immobilità del mostro, durante i suoi attacchi: il Kraken non faceva nulla per controbattere i colpi mentali, e quelli fisici, limitandosi a rimanere immobile, sul fondo dell’Oceano, fissandola con quel suo occhio giallo, sinistro, allucinante.
Chuck, a bordo della barca, seguiva la lotta attraverso i sonar e gli scanner sottomarini, interpretando le onde sinusoidali e le termografie, come fossero nitide immagini assolutamente leggibili. Gocce di sudore gli imperlavano la fronte, mentre cercava di mantenere il più saldamente possibile un contatto telepatico con l’Ondina, che si trovava tremila metri sotto di lui, nelle profondità dell’Oceano.
Grace era allo stremo. Durante tutta la lotta aveva cercato di mettersi in contatto con Gabriel, ma nessuna risposta era giunta dal suo Arcangelo. Sapeva cosa significasse, ma cercava di negarlo, perché non avrebbe potuto concepire un futuro senza di lui. Chiuse gli occhi, concentrandosi sull’immagine del volto di Gabriel, quando sorrideva sornione, sedendo abbracciato a lei, sul divano rosso nella Spiaggia Bianca. E questo pensiero fu la sua fine.
Il Kraken si sollevò improvvisamente dal fondo dell’oceano, spostando una massa d’acqua grande come un isola, che iniziò a risalire in superficie, provocando un vuoto di pressione nella scia. Grace fu improvvisamente risucchiata in quel vuoto, e poi sbattuta contro le rocce taglienti che ricoprivano il fondale, mentre una scura nuvola di sabbia l’avvolgeva, oscurandole la visuale.
Il Kraken iniziò lentamente a salire in superficie, seguendo la massa d’acqua, e battendo coi tentacoli le rocce tutt’intorno. Colpi che staccavano massi e detriti, pesanti e giganteschi, che iniziarono a franare lungo l’irregolare fondale, colpendo Grace, impossibilitata a schivarli.
Un detrito la centrò in piena fronte, e in quel momento, in superficie, Chuck perse il contatto con lei.
Grace giaceva sul fondo del mare, mentre le rocce le cadevano addosso, formando lentamente quello che pareva un tumulo funebre, e aumentava in altezza e dimensioni. Finché l’Ondina sparì, seppellita da tonnellate di roccia, che la pressione delle profondità oceaniche saldava, rendendo quel tumulo sempre più simile a una tomba.
Infine fu il silenzio assoluto, e l’assenza di ogni moto, sul fondo dell’oceano. Un silenzio e un’immobilità che sapevano di morte.
In superficie Chuck osservava, paralizzato dal terrore, l’onda anomala alta sei metri e in continua crescita, che si muoveva a velocità pazzesca in direzione di Sidney. E dietro di essa, una figura scura che pareva uscita da un incubo, sembrava guidarne il percorso.

2 commenti:

  1. "Non sappiamo dove l’anomalia colpirà la prossima volta, ma ti assicuro che sarà un disastro. Cerchiamo almeno di limitare i danni."

    Cercare di limitare i danni di un mostro non invincibile, ma troppo forte per essere combattuto da una sola persona, equivale a un suicidio... ma se fosse combattuto da altri, potrebbe essere un suicidio di massa. Il Kraken sono si sa quando colpisce, e senza preavviso non possono essere prese le contromisure... Meglio cercare di limitare i danni, come dice Grace, a costo di sacrificarsi per permettere a qualcun altro di poter distruggere il mostro? Mah... nell'incertezza vediamo come se la cavano i nostri eroi.

    "Grace era allo stremo. Durante tutta la lotta aveva cercato di mettersi in contatto con Gabriel, ma nessuna risposta era giunta dal suo Arcangelo. Sapeva cosa significasse, ma cercava di negarlo, perché non avrebbe potuto concepire un futuro senza di lui. Chiuse gli occhi, concentrandosi sull’immagine del volto di Gabriel, quando sorrideva sornione, sedendo abbracciato a lei, sul divano rosso nella Spiaggia Bianca. E questo pensiero fu la sua fine."

    L'immagine dell'Angelo sorridente potrebbe essere stato fatale per Grace, ma da donna innamorata credo che lei abbia preferito rischiare la vita, piuttosto di pensare che lui non ci sia più.

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  2. gnam gnam..ke skifo ste nn mela, nn ci sono + le mele di una volta, senza sapore nè odore..bah vabbuò...
    penso di aver capito il motivo dell' inquietante immobilità del kraken..ha aspettato con pazienza, ke si aprisse un fragile varco fra lui e l'Ondina..o meglio, ha compreso ke la sua nemica, immaginando il suo amore, aveva abbassato poki istanti le difese, ha atteso ke si indebolisse x poterla combattere e vincere..in questo modo, ha così potuto scatenare tutta la sua potenza malefica sul mondo..un cancro è il kraken...una massa tumorale ke si ingrandisce a dismisura ed è impossibile curare...
    x il momento!!!...

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