05/02/10

Ali d’Acqua XIV

Water Wings XVIIa

I Messaggeri

- Guarda che roba. L’ho sempre detto che le scienze esatte non sono il tuo forte!
Michael, a braccia incrociate, ridacchiava, spostando lo sguardo da una bolla all’altra: quella che conteneva la Spada di Luce, il cui bagliore sembrava continuamente sul punto di spegnersi, ma sempre tornava a brillare, di luminosità diafana; quella dentro la quale Gabriel era imprigionato, apparentemente privo di sensi. Alle prime parole dell’uomo vestito di nero, però, l’Arcangelo sollevò lo sguardo, e lo fissò in tralice, socchiudendo gli occhi, attraverso l’opacità della bolla.
- Michael..!?
- Dolce risveglio, fratellino. Che ci fai lì dentro? - Gabriel non si mosse, e non rispose, -E come mai la tua Spada è laggiù?- chiese, indicando la seconda bolla.
- Il Leviatano... - mormorò Gabe, che si sentiva svuotato di ogni energia, e anche rispondere richiedeva un’enorme fatica.
- Ha fatto un bel casino, in città, si... dovresti vedere che roba! Ma non hai risposto alla mia domanda. Perché non hai la Spada con te?
- Lui... me l’ha strappata via e...
Michael si avvicinò alla bolla che conteneva l’Arma divina, e toccò la superficie traslucida - ”Strappata via”, che assurdità! Tanto valeva dire che ti aveva strappato via il cuore. Questa - disse, indicando la Lama dorata - è parte di te, Gabe. L’hai dimenticato? Non è tua. E’ te. Come il tuo cuore, appunto... anche se qui ci sarebbe da filosofeggiare un po’. Come sta Gracelyn?
L’Arcangelo lo fissò per alcuni istanti, mentre una scia di pensieri gli attraversava la mente. Ricordi, intuizioni, concetti assimilati e apparentemente dimenticati, ma invece radicati profondamente nelle pieghe del suo Io. Infine comprese. Chiuse gli occhi e si concentrò. La Spada, nella bolla di energia, iniziò a brillare sempre più forte, una luce che si rifrangeva sulle pareti curve, e ritornava all’interno della Lama, poi, con un’esplosione di luce accecante, l’Arma svanì, e si materializzò quasi istantaneamente nella mano destra di Gabriel.
- Alla buon’ora! - ridacchiò Michael - Fisica elementare, fratellino. Ora esci da quella palla di muco infernale!
Gabriel sorrise, e con un rapido colpo di Lama, fendette la superficie della sfera, che parve esplodere, o svanire in un lampo giallo, lasciandolo libero di poggiare di nuovo i piedi a terra. Si stiracchiò, aprì il palmo della mano, e la Spada ritornò a fluire dentro il suo essere, con una pioggia di scintille dorate.
- E ora? - chiese.
- Hai una missione da compiere, no? Anzi, due. Liberare la tua Ondina, e insieme spaccare il culo a quei due mostriciattoli venuti dall’Inferno.
- Si, ma... non ho poteri contro il Leviatano... e anche Gracelyn... il Kraken sembra inibire le sue capacità telepatiche, noi...
Michael sollevò l’indice, e aggrottò le sopracciglia. I suoi occhi azzurri brillarono - Proprietà basilare dell’addizione: la somma non cambia se cambi...
- ...l’ordine dei fattori! - esclamò Gabe, sorridendo - Come ho fatto a non pensarci!
Michael gli batté una mano sulla spalla - Tu sei quello bravo in Storia, no? Io me la sono sempre cavata meglio nelle scienze, a scuola.
Gabe gli lanciò un’occhiata di traverso - Già, ma ero io che ti passavo i compiti in classe, se non ricordo male.
- Sono pigro, lo sai. Chissà, forse per questo il Capo sceglie sempre te, per le missioni divertenti. Andiamo ora, il volo fino all’Australia è lungo.
Michael sorrise ancora una volta, poi dispiegò le grandi ali bianche. Gabriel si concentrò, e una luminescenza diafana iniziò a scintillare sulle sue spalle. I due fratelli si alzarono nell’aria piena di polvere, che iniziava finalmente a posarsi.

Chuck fissava il punto in cui doveva trovarsi Sidney, laggiù, oltre l’orizzonte. Nel mezzo dell’Oceano era difficile avere riferimenti precisi, senza strumenti, ma le sue facoltà mentali gli rimandavano eco di urla, lamenti, agitazione, tutte concentrate in quel punto. Cercava di non pensare emozionalmente, di elaborare solo i dati, per non impazzire. Aveva perso il contatto con Grace da un paio d’ore ormai, e disperava la sua amica fosse ancora viva. Non sapeva cosa fare, se dirigere la barca verso la costa, cercare di contattare Deveraux, attendere lì, sperando succedesse qualcosa. La domanda muta che ogni tanto affiorava sulle sue labbra, veniva ricacciata a forza nei meandri del cervello.
- La stai cercando con questa... - una voce, dietro di lui. Chuck si voltò, fissando la figura alta ed elegante, oltre il bordo della barca, che rimaneva in piedi sull’Oceano, quasi sospesa sopra la superficie dell’acqua. L’uomo, di un’età imprecisata, ma non più giovanissimo, si batteva l’indice contro la tempia - Dovresti cercarla con questo - concluse, poggiando la mano sul cuore.
Chuck non chiese nulla. Da quando conosceva l’Ondina si era abituato a strani eventi, e ancor più strane apparizioni. Sentiva solo che di quell’uomo poteva fidarsi.
La figura alta e potente si avvicinò, camminando sull’acqua, poi si sollevò lentamente, e con una leggerezza innaturale, si posò sul ponte della barca, di fronte a lui. Gli poggiò la mano sul petto e disse:
- Lei è viva, e ha bisogno di tutto l’aiuto possibile. Chiamala. Svegliala.
- Si, ma... poi? Cosa posso fare poi? Lei è laggiù, tremila metri sotto l’Oceano. Io...
- A questo - lo interruppe l’uomo - ci ha già pensato Qualcun altro. Chiamala, Chuck, svegliala. Al resto provvederanno i rinforzi, che stanno già arrivando.
Raphael sollevò la testa, guardando a est un punto del cielo, dove le nuvole iniziavano a diradarsi, e la luce del sole filtrava, rifratta in mille raggi brillanti, e sorrise.

1 commento:

  1. Tutto sembrava perduto, e invece ecco arrivare dal Cielo i Salvatori, gli Angeli che soccorrono chi ha bisogno di aiuto. Dopo la distruzione c'è sempre la ricostruzione, in questo caso Gabe ha in un certo senso 'ricostruito' se stesso, trovando, seppur con l'aiuto di Michael la soluzione a quel disastro.
    A volte anche gli Arcangeli più forti si perdono tra le grinfie dei mostri dell'inferno, ma basta poco per farli tornare ad essere gli Eletti del Signore.

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