02/11/09

Ali d’Acqua III

Water Wings 04
 
 San Francisco 
C’era in effetti una ragione per cui aveva scelto San Francisco come base per la sua attività, una ragione che il Capo - quello che ha visto Tutto, ma proprio Tutto - non mancava mai di sottolineare, ridacchiando dietro la barba bianca.

La transustanziazione di Gabriel era avvenuta a New York, ma solo perché è lì che ci sono Quartieri Celestiali attrezzati a rendere il transfert più veloce e preciso. Comunque la sua missione l’avrebbe stanziato nella West Coast.
In nome di quella libertà di scelta, prerogativa anche dei Servitori Alati della Suprema Volontà, poteva decidere il luogo dove avrebbe stabilito la sua dimora terrena.
Ovviamente Los Angeles era la meta privilegiata di ogni Angelo in distacco temporaneo sul Pianeta Terra, e lì Gabe si diresse, inizialmente, studiando la città, il cielo sopra la città, le correnti nascoste sotto la città, lungo le quali si muoveva l’energia che avrebbe dovuto utilizzare, o combattere, una volta che il Leviatano si fosse svegliato.
Scattò moltissime foto di quella metropoli, riservandosi di studiarle con calma. Era un posto che lo affascinava, pieno di stimoli e vibrazioni, ma voleva vedere anche San Francisco. Perché poi, alla fine, tutto l’immaginario terrestre che aveva destinato Gabe fra le fila degli Angeli Custodi dei Sistemi Galattici, da lì derivava.
Intanto quella città portava il nome del santo più eccentrico e incredibile avesse mai incontrato, fra le Sfere; un tipo che a volte metteva in soggezione perfino il Figlio del Capo, quando discutevano del modo migliore per mandare avanti l’Azienda.
E poi, San Francisco era il posto dove gran parte di quel Tutto - perlomeno la parte più fragorosa e divertente - era accaduta: da quando, sulla spiaggia di Big Sur, Jack, Neal, Allen e compagnia lanciavano i loro “Urli”, prendendo poi la destination anyywhere on the road, a quando, in un’estate probabilmente più luminosa di altre, l’Amore esplose riempendo cielo, terra, mare e strade.

A questo pensava Gabe, mentre sorseggiava un caffè lungo, in un diner di Glendale, con le foto scattate a L.A. in bella mostra di fronte a sè, sul tavolino di alluminio anodizzato.
E fu in questa postura che lo trovò Gracelyn, passandogli accanto, e non potendo fare a meno di notare le istantanee di luoghi a lei noti, della Città degli Angeli. Il suo sguardo incuriosito non sfuggì al fotografo, che comunque continuò a bere il suo caffè, facendo finta di nulla, per non mettere in imbarazzo la bella ragazza dai lunghi capelli lisci e luminosi, e lo sguardo di smeraldo.
Il giorno dopo Gabriel arrivò a San Francisco. Con la testa piena delle note dei Quicksilver Messenger Service e i Moby Grape; l’anima che risuonava dei versi di Ferlinghetti e Ginsberg; gli occhi pieni dei colori di
Fragole e Sangue e Clint Eastwood che inseguiva Scorpio, con una 44 Magnum lunga come la spada di Michele Arcangelo, il suo compagno di banco al liceo.
La prima tappa fu il Golden Gate, naturalmente, e non perché avesse urgenze da cartolina. Semplicemente quello era il ponte più bello del mondo, sulla Baia più bella del mondo. E mentre la nebbia del mattino iniziava a diradarsi, capì che i miracoli accadono, e anche agli Angeli è concesso di stupirsi, almeno una volta nel corso della loro immortale esistenza. Cosa che, durante l’apprendistato, il suo tutor Daniele aveva sempre rimarcato.
Accanto ai piloni rosso carminio del Ponte, meraviglia incarnata dei fotogrammi più affascinanti e visionari di
Vertigo di Hitchcock, c’era la ragazza del diner, quella coi capelli lisci e luminosi, e la gonna lunga che sembrava la coda di una Sirena. Era scalza, e giocava con l’acqua che bagnava dolcemente la battigia.
In quel momento Gabe, se mai avesse avuto ancora delle riserve, decise che San Francisco sarebbe stata la sua casa. Scoprì in seguito che Grace viveva a Los Angeles, e la cosa lo divertì, parendogli assolutamente congrua: un’Ondina che abitava nella Città degli Angeli. Un Arcangelo che viveva a due passi dalla Porta Dorata dell’Oceano.

E quando venne il tempo della Spiaggia Bianca, nel punto in cui le onde e le nuvole si toccano, tra L.A. e Frisco, tutto divenne chiaro, per Gabriel e Gracelyn. E iniziarono ad amarsi.


A pagina 50...

L’aereo iniziò la manovra di discesa verso l’aeroporto Richland di Sidney. Rillassando i muscoli e chiudendo gli occhi, Gracelyn si concentrò, il tempo si cristallizzò, e in un attimo che parve durasse in eterno, mentre gli atomi del suo corpo si scomponevano, e poi riprendevano forma, fu sulla Spiaggia Bianca.
Parcheggiò senza troppa cura per la forma, spense il motore, e si mise in ascolto dei rumori che provenivano dall’isolato a poche decine di metri davanti a lui: urla, sirene della polizia, passi veloci. C’era tempo per l’orrore, e il tempo, dopotutto, non aveva alcun senso, sulla Spiaggia Bianca, dove l’attendeva Grace. 

- Da qui è quasi irreale... voglio dire, sembra di assistere a un qualche strano spettacolo, un film...
- Si, e sarebbe bello poter rimanere fino alla fine, semplici spettatori... - Grace appoggiò la testa sulla spalla del suo Angelo, prendendogli la mano nella sua.

- Lo sarebbe si... - lo sguardo di Gabe vagava, rivolto in basso, verso quel buffo pianeta pieno di concitazione, che potevano osservare, dal divano rosso sulla spiaggia bianca fra nuvole e onde, quasi fosse un prisma sfaccettato, e ognuna delle facce corrispondesse a un luogo, un tempo, una realtà diversa, ma sempre facente parte di un Unico. Gabe sorrise all’Ondina scalza, che ricambiò quel sorriso con uno sguardo pieno d’amore.

-A volte mi sento distante da tutto questo... il Kraken, il Leviatano... quasi fosse davvero uno spettacolo annunciato per la stagione in corso, un film che ho già visto, ma del quale non ricordo il finale...

- Non è un film, purtroppo, sirenella - la interruppe Gabriel, facendosi di colpo serio - anche se è uno spettacolo che va in replica da... sempre.

- E stavolta tocca a noi cercare di scriverlo, quel finale...

- Già.

Gabe strinse la mano dell’Ondina, accarezzandole dolcemente le dita - Guarda! Lì... li vedi Grace? - indicò un punto del prisma sfaccettato, alla destra del centro. Gracelyn allungò la testa, ma non riusciva a distinguere nulla di particolare, solo un andirivieni di volti, un sommesso mormorio di pensieri, suoni e rumori mischiati a formare una strana sinfonia, quasi ipnotica.

- Lì - disse Gabe, avvicinando la testa a quella della Sirena. I suoi capelli avevano il profumo dell’Oceano in estate, quando i gabbiani volano verso il sole che sorge.

- Si, li vedo, ora... - disse Grace.

Rimasero per lunghi istanti in silenzio, osservando il bimbo che ascoltava concentrato, con gli occhi pieni di meraviglia, dondolando le gambe sulla panchina del parco, mentre la voce dell’uomo coi capelli bianchi leggeva - I Viaggi di Gulliver, riuscì a decifrare Grace, anche da quella distanza.

- Ci sono ancora padri che leggono libri ai loro figli! Guarda, è arrivato a pagina 50... - ridacchiò Gabe.

- Il nonno... è suo nonno - affermò Grace, con sicurezza. Gabe si voltò a fissarla, per un attimo, poi tornò a guardare in quel prisma, che conteneva un pianeta.

- E’ un mondo assurdo, ma a volte sorprendente...

- …e pieno di miracoli - disse Grace.

- Già - Gabe sorrise, e sollevò la mano destra, dove per un istante brillò una luminescenza diafana, fatta di tutti i colori, che parve prendere la forma di una spada di luce - e merita un happy ending.

- Si - Grace lo baciò sulla guancia, stringendosi ancora più stretta a lui.

1 commento:

  1. La storia comincia a prendere piede. Gabriel ha un passato da "Arcangelo con le Ali", a cui ha rinunciato per il più nobile dei sentimenti umani, dimostrando che tutto quello che noi abbiamo, arriva sempre dal Cielo, ci è donato dal Capo.
    Ha rinunciato alle alle ali ma non alla sua natura di SuperEroe Divino, il migliore del Creato... quello che rinuncia alle ali ma non agli attributi, insomma! E insieme alla sua Grace sta già cercando il modo per risolvere una situazione che si prospetta a dir poco difficile :P

    I nostri Eroi si ritrovano sul loro Mondo, preoccupati per quello che potrebbe avvenire, ma nello stesso tempo innamorati della Terra, e di un nonno che legge la pagina 50 di un romanzo al suo nipotino.
    Riusciranno Kraken e Leviatano a distruggere il mondo e le poche cose buone in esso contenute?:D

    Uno dei capitoli più intensi ed emozionali di tutto il racconto.

    I Love You My AngelMan
    Samy

    RispondiElimina

 

California Robi di Roberto Sonaglia e tutti i contenuti sono di proprietà dell'Autore. Ogni riproduzione non autorizzata sarà perseguita ai sensi della Legge 633, 22/4/41 e successive modifiche.