10/02/10

Ali d’Acqua XV

Water Wings XVIII

Emersione

Buio. Freddo. Gracelyn aprì gli occhi, ma nessuna luce spazzò via l’oscurità. Per un attimo credette di essere diventata cieca, e un brivido le corse lungo la schiena. Poi ricordò: il Kraken, la lotta, la pioggia di pietre che le rovinavano contro, seppellendola, schiacciandola sul fondo dell’Oceano.
Prima di perdere i sensi, l’Ondina si era istintivamente circondata di un campo di forza telecinetico. Quello le aveva salvato la vita, e continuava a proteggerla, sotto tonnellate di roccia, che la pressione a tremila metri di profondità saldava le une alle altre, come un tumulo.
Un debole richiamo, nella sua mente, l’aveva risvegliata. Una voce conosciuta, che la cercava, chiamandola, con disperata ostinazione. Chuck, il suo amico Chuck, che non si arrendeva, non voleva crederla morta, e questa sua fiducia quasi folle, aveva riportato indietro la Figlia dell’Oceano, persa nell’oblio.
Ma la sua condizione sembrava senza via d’uscita: le rocce, spinte dalla pressione dell’acqua, premevano sempre più contro il campo di forza, e Grace faceva sempre più fatica a mantenerlo saldo, e stabile. Presto anche la sua energia atlantidea non sarebbe più stata sufficiente a controbattere la pressione, il campo di forza avrebbe ceduto, e lei sarebbe morta.

Rumori, deboli, lontani eppure vicini. Come acciaio che cozza contro una superficie solida. E pensieri. Pensieri così potenti da accelerarle il battito del cuore. Gabriel. Il suo Gabriel. Era lì, poco distante, era lì, era venuto a salvarla. Non era morto, Gabriel! Riusciva a sentirlo, con il cuore più che con i sensi, sentiva la Spada di Luce che tagliava le rocce, cercando di creare un varco per raggiungerla. “Dio, anzi, Capo”, come avrebbe detto Gabe, “fa che resista, ti prego! Non farmi cedere proprio ora!”, pregava l’Ondina, col respiro mozzato, distesa col petto premuto contro la sabbia compatta e dura del fondo dell’Oceano.
Ma c’era un’altra Voce, oltre quella di Gabriel, oltre quella di Chuck. Grace riusciva a sentirla. E anche questa parlava al suo cuore, non al cervello, non le arrivava dai poteri telepatici, che erano il suo retaggio di Figlia del Mare. Le arrivava da Altrove. Era una Voce simile a quella di Gabe, ma più tranquilla, più consapevole, più matura. E non parlava a parole. Parlava per immagini. Grace vide scorrere davanti ai suoi occhi Poseidon e Atlantide, San Francisco, il diner, Gabriel, il Kraken, vide l’Oceano e la terra, le città e le persone, Chuck e Devereaux, vide il cielo e le nuvole, e la Spiaggia Bianca.
Se avesse ceduto, tutto sarebbe andato perso, tutto quello per cui ogni atomo del suo corpo, ogni particella intangibile della sua anima, era nata, e aveva vissuto. “Resisti”, sembrava dire quella voce, “combatti, non cedere. Non sei sola, non lo sei mai stata. Tutto esisteva prima di te, tutto continuerà ad esistere con te. Non arrenderti”.
Grace chiuse gli occhi, e strinse i denti. Il campo di forza tremò leggermente. Il rumore della Lama di Gabriel sembrava più vicino, ora. Non poteva cedere. E non per il mondo, non per l’Oceano, per la Spiaggia Bianca e nemmeno per Gabriel. Non poteva cedere per se stessa, perché tutte quelle cose non avrebbero avuto senso, senza di lei.
Gemette e urlò, stringendo i denti fino a farsi male, le unghie che affondavano nella carne dei palmi, e le vene del collo e sulle tempie sembravano sul punto di esplodere. Provava dolore in ogni muscolo e tendine, gocce di sudore le imperlavano la fronte, scendendo lungo il viso, le ossa erano sul punto di spezzarsi, mentre ogni molecola del suo essere dava energia al campo di forza, che tremava e oscillava, sotto la pressione delle rocce.
Si sentì morire più e più volte, la testa piena di quella Voce, dolce ma forte e imperiosa. E le immagini iniziavano a vorticare nel suo cervello come un caleidoscopio folle.
Si sentì morire, ma non cedette. E quando un lampo di luce, e un rumore sordo di rocce scagliate via con forza, le balenarono davanti agli occhi e nelle orecchie, e vide il volto del suo Arcangelo, stravolto dall’assoluta gioia di vederla ancora, ancora viva, un sorriso le piegò le labbra, e mormorò il nome di Gabriel, prima di perdere i sensi.

- Devi portarla in superficie - disse Raphael, poggiando una mano sulla spalla di Gabe - ora ha bisogno di Aria, e di Luce.
Gabriel annuì, e abbracciò l’Ondina, stringendola come fosse la cosa più preziosa del mondo.
- Grazie Raphael... - mormorò - senza di te, e Michael...
L’Arcangelo Maggiore sorrise, battendogli ancora la mano sulla spalla - Vai ora, lei ha bisogno d’Aria e di Luce.
Gabe ricambiò il sorriso, e si lanciò verso l’altro, stringendo Grace, ancora priva di sensi.
Salirono veloci lungo le correnti, mentre la brillantezza del sole, che illuminava di raggi diafani la superficie dell’Oceano, rifrangendosi in profondità, si avvicinava, simile all’Occhio del Capo, che li attendeva, per dar loro il bentornato.
Salirono quasi senza peso, e mentre la pressione diminuiva, e la luce aumentava, Grace si svegliò, vide quella luce sopra di lei, sentì l’abbraccio forte e familiare dell’Arcangelo stringerla e proteggerla, lo guardò negli occhi, e comprese di essere viva.
Infine emersero, rompendo l’acqua di superficie come una barriera troppo tenue per tenerli ancora a lungo imprigionati, e furono nella Luce, e nell’Aria.
La Luce dorata e l’Aria piena di profumi e armonia della Spiaggia Bianca. Si guardarono intorno, sorpresi, poi si fissarono, mentre si dirigevano lentamente, trasportati dal placido moto delle onde, l’una nelle braccia dell’altro, verso la battigia.
Quando i loro piedi materici toccarono per la prima volta la sabbia lattea della Spiaggia, dove tante volte le loro essenze spirituali si erano incontrate, si presero per mano, e si sentirono a casa.

1 commento:

  1. Se non ci fosse stato Gabe, con la sua forza, la sua Spada, il suo coraggio, la sua volontà, e soprattutto il suo Amore, Grace non ce l'avrebbe fatta a rimanere in vita. Se non fosse arrivato Lui, l'ondina avrebbe certamente ceduto alla forza di quei macigni... forse non avrebbe resistito perchè sapeva che se Gabriel non fosse andato a salvarla, poteva esserci soltanto un motivo... e lei a quell'eventualità non avrebbe resistito, se lui fosse morto, lei si sarebbe lasciata sommergere volentieri da quei macigni, perchè senza di Lui la sua vita sarebbe stata una vita a metà, senza più un senso, sarebbe stata semplicemente in balia degli eventi. Ma il suo Gabriel era vivo. E l'aveva salvata. E ora dalla matericità della loro Casa, avrebbero trovato il modo di salvare il Mondo.
    Insieme, come sempre.

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